Masio è documentata come castrum sin dal 961, ovvero sin da un’epoca, rispetto allo specifico fenomeno dell’incastellamento, assai remota. Premesso che non è possibile stabilire alcun nesso tra questa struttura originaria – che la storiografia assimila a un villaggio debolmente fortificato – e la torre, si può osservare
come l’importanza di Masio sottintesa dalla precoce menzione risiedesse nel fatto che l’insediamento e il suo ambito di gravitazione territoriale erano inseriti nell’area di strada di un ramo della via di Francia, il canale di transito erede della romana via Fulvia che metteva in comunicazione, attraverso Piacenza e Asti, l’Italia centrale con i valichi alpini della valle di Susa. La rilevanza di tale via di comunicazione, indirettamente suggerita dall’itinerario compiuto dalle reliquie di san Dalmazzo per giungere a Quargnento da Pedona, sarebbe stata, nei secoli XII e XIII, all’origine dell’insistito interessamento che il comune di Asti avrebbe mostrato nei confronti dell’insediamento.
Masio is documented as a «castrum» since 961, in other words before the period compared with the dating of the «incastellamento» processes. Although it is impossible to establish a relation between this building (which historiography describes as small fortified village) and the tower, we can observe that the importance of Masio implied by the untimely mention consists in its position. The village and its surrounding, in fact, were placed in the area of a branch of the «via Francigena», the way developed on the layout of the Roman «via Fulvia» which connected Central Italy to the Susa Valley and the Alps passing through Piacenza and Asti. The importance of this way, suggested by the itinerary done by the st. Dalmas’ relics to reach Quargnento from Pedona, during the 12th-13th centuries would have aroused the interest of the Commune of Asti for the village of Masio.
Barchachanas - -
Belengerius - Bellingeri
Buniverga - Binverga
Burgetus - Borghetto
Caburi - -
Calofori - -
Castellum Castè Castello
Clapetus Ciapeuti Ciappellette
Comitores - Conti
Corvina - -
Crossa - Crosa
Gatto - Gatto
Hortus Ort Orto
Langorij - -
Manchasole - Mancasole
Melaretus - Meleto
Montis Aldonis Muntaldon -
Rivobovis Ardabeu Redabue
Rivus Frigidus An ri freucc Rio Freddo
Ruptae Ruti Rotte
Sancta Maria - Santa Maria
Sancta Maria Magdalena La Madaleina Santa Maria Maddalena
Sanctus Dalmacius - San Dalmazzo
Sanctus Iohanni de Ronchalio Runcaia San Giovanni di Roncaglia
Sanctus Petrus San Pe San Pietro
Sanctus Sebastianus San Bastian San Sebastiano
Serra Sera Serra
Strictura - -
Tanagrum Tani Tanaro
Velloti - -
Ysola Isla Isola
La tavola, opera del 1762 del «misuratore piazzato» Pietro Maria Bottino, è la più antica raffigurazione planimetrica d’insieme del territorio comunale di Masio. Il dettaglio e la qualità di restituzione grafica permettono di cogliere in maniera chiara, sin dal primo colpo d’occhio, l’assetto insediativo e geomorfologico dell’area, organizzato per nuclei sparsi di piccole dimensioni distribuiti in un contesto collinare segnato da una fitta rete di vallecole e dislivelli. Oltre al borgo principale, la cui consistenza edilizia resta tutto sommato sfuggente, l’unico altro nucleo insediativo di un certo rilievo risulta essere quello sviluppatosi attorno alla chiesa di Santa Maria «di Molti doni», nei pressi dei confini comunali di Oviglio (attuale località Abazia).
The table, a work of 1762 of the surveyor Pietro Maria Bottino, is the oldest planimetry of the whole municipal area of Masio. The detail and quality of the graphic representation allow us to understand immediately the settlement structure and geomorphology of the area, arranged for small scattered centers distributed in a hilly area marked by a dense network of valleys and slopes. In addition to the main village, which structure is difficult to describe, the only other core settlement of some importance is developed around the St. Mary’s Church «di Molti doni», near the municipal boundaries of Oviglio (current location Abazia).