Demolizioni di torri o di complessi fortificati sono attestate anche in contesti diversi da quello ossidionale, per esempio al termine di un conflitto per indebolire un nemico sconfitto, privandolo dei suoi sistemi di difesa. In tali casi le demolizioni erano pianificate e potevano essere attuate per mezzo di un progressivo smontaggio della struttura, oppure ricorrendo alle usuali tecniche di scalzamento delle muraglie e incendio dei puntelli.
Leggi tutto: Effetti di mineEssendo la torre un edificio sviluppato prevalentemente in altezza chiamato a rispondere a sollecitazioni esterne di tipo dinamico, bisognava porre estrema cura nella sua costruzione. Di norma, il primo livello, spesso riempito di terra con funzione di massa inerte stabilizzante contro i fenomeni di ribaltamento, era coperto da una volta (a botte o a crociera), che assolveva il compito di legare le murature perimetrali.
Leggi tutto: 3DI metodi impiegati nel medioevo per abbattere torri o sezioni di mura derivano, con poche varianti, da quelli in uso nell’antichità. Efficace mezzo per forzare situazioni di stallo nelle operazioni ossidionali, questa forma di attacco era condotta fondamentalmente con due diverse procedure, entrambe illustrate da miniature trecentesche della Nuova cronica di Giovanni Villani.
Leggi tutto: Demolizione con minaIl trabucco era una macchina da lancio azionata da un contrappeso, usata negli assedi per demolire le strutture murarie con palle di pietra. Il proietto del trabucco aveva una traiettoria molto arcuata e poteva arrivare a 400 m. Con un contrappeso di 6 tonnellate, la macchina poteva tirare palle di 125 Kg a una distanza di 175 m con una velocità di 180 Km orari.
Leggi tutto: Attacco con macchine da lancioSi dicono ferrioli quei mattoni che, a causa della posizione occupata nella fornace, subivano cotture più intense, sino a raggiungere lo stato della vetrificazione. Scarsamente porosi, molto rigidi ma altrettanto fragili, essi non potevano essere utilizzati estensivamente per realizzare muri.
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